Chi guarda fuori, sogna;

chi guarda dentro, si sveglia.

Carl Gustav Jung

Vivere è cambiare

 

La vita è un continuo cambiamento. Lo stesso scorrere del tempo mette in atto costanti trasformazioni in ogni essere vivente. Solo ciò che è vivo si muove. Solo ciò che è vivo evolve.

Ogni nuovo giorno è una piccola rinascita, una nuova occasione per agire, è un’opportunità di apprendere e comprendere fluendo in una continua trasformazione.

Ogni stimolo, ogni incontro, e ogni nuova conoscenza, se sappiamo coglierne l’essenza, lasciano una nuova esperienza, arricchendoci e guidandoci a piccoli passi verso un continuo percorso di crescita.

 

La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento. Solo quando diventiamo consapevoli di ciò che accade dentro di noi possiamo mettere in atto un processo di cambiamento.

Il fiume della vita scorre tra le sponde del dolore e del piacere.

Il problema sorge solo quando la mente rifiuta di fluire con la vita e si arena sulle sponde. Per fluire intendo l'accettazione: accogliere ciò che viene e lasciare andare ciò che va.

Nisargadatta Maharaj

CONSAPEVOLEZZA

La consapevolezza è la capacità di essere coscienti di ciò che ci spinge ad agire, e la capacità di riconoscere le emozioni che si provano, da dove originano e perché le manifestiamo in determinate situazioni e non in altre. Ognuno di noi tende a confermare quegli schemi mentali interiorizzati, che attivano comportamenti coerenti con i propri criteri di valutazione, senza darsi l’opportunità di cogliere il significato autentico di quello che si prova veramente o che si sta manifestando. Si tende dunque ad attivare degli automatismi che originano da condizionamenti pregressi, e che possono limitare il modo di rapportarsi alla vita e agli altri. Spesso non si capisce perché ci si sente arrabbiati, depressi, o ossessionati. Non si arriva a comprendere cosa fa mettere in atto comportamenti disfunzionali appunto per mancanza di consapevolezza. Comprendere questi schemi aiuta a mettere in discussione il proprio modo di vedere e agire che può essere motivo di disagio e malessere. Per questo motivo, riconoscere l’esistenza di una situazione disfunzionale, e delle emozioni legate a essa, è l’inizio di un processo di transizione. La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento. Solo quando diventiamo consapevoli di ciò che accade dentro di noi, possiamo mettere in atto un processo di cambiamento.

 

MOTIVAZIONE

La motivazione è il “motivo all’azione” ed è il punto fondamentale del cambiamento. Non si può cambiare se non si mettono in atto azioni o comportamenti adeguati, diversi dai precedenti, e che ci consentano di ottenere risultati diversi. Un comportamento viene però modificato solo se vi è uno stimolo sufficientemente forte.

Che cosa può quindi innescare la motivazione al cambiamento e come può una persona cambiare un comportamento? L’azione al cambiamento (motivazione) è attivata da due leve: l’allontanamento dal dolore (stato attuale) o l’avvicinamento al piacere (stato desiderato). Generalmente decidiamo di cambiare quando desideriamo allontanarci da una situazione dolorosa (disfunzionale), o quando vogliamo avvicinarci a situazioni piacevoli e più funzionali. Ma fino a quando lo stato in cui una persona si trova non sarà “sufficientemente doloroso” da innescare il desiderio di cambiamento, difficilmente la motivazione verrà innescata. Analogamente, se non si “desidera abbastanza” il raggiungimento di un obiettivo che porta a uno stato desiderato piacevole, e le azioni richieste non diventano prioritarie, difficilmente avverrà il cambiamento.

 

RESPONSABILTÀ

Assumersi le proprie responsabilità significa farsi pienamente carico dei propri comportamenti e delle proprie emozioni. È un comportamento comune attribuire agli altri la responsabilità di come ci sentiamo e incolparli per i nostri stati emotivi. È forviante pensare che le cause delle nostre emozioni siano attribuibili a fattori esterni. Nessuno è responsabile per come ci sentiamo. Siamo abituati a identificare negli altri la causa delle nostre emozioni, ma non è così. Non esistono responsabili per le nostre emozioni, siamo noi a stare male perché ancora non abbiamo imparato a gestire la rabbia, la gelosia, o la tristezza. Le risposte alle nostre reazioni emotive sono dentro di noi, non fuori. Questo non vuol dire che dobbiamo trattenerci o non manifestare le nostre emozioni, dobbiamo però assumercene la responsabilità invece di attribuire agli altri il nostro benessere o malessere. Certamente, abbiamo il diritto di risentirci o infastidirci per qualcosa che un’altra persona fa’ o dice; ma per impedire che una semplice sensazione di disagio si trasformi in un episodio emotivo più esplosivo è necessario farsi carico delle proprie reazioni, solo così saremo in grado di intraprendere un percorso di scoperta, crescita personale e cambiamento. Non abbiamo controllo su fattori esterni a noi, e sebbene si possa cercare di influenzare fattori esterni, non li possiamo cambiare. Il cambiamento avviene esclusivamente su tutti quei processi di cui abbiamo pieno controllo, e solo assumendosi la responsabilità dei propri stati emotivi, assumeremo di conseguenza anche il controllo.