L’invalidazione emotiva

L’invalidazione emotiva avviene quando le emozioni, i sentimenti, i pensieri o i comportamenti di una persona vengono sminuiti, ignorati o negati. È una dinamica che a tutti gli effetti conduce ad un abuso emotivo che può danneggiare profondamente chi la subisce, e che può essere fonte di grande sofferenza, poiché i sentimenti provati dalla persona che è in difficoltà vengono considerati inappropriati negando così uno stato di afflizione reale.

L’invalidazione emotiva può manifestarsi in diversi modi. Alcune persone la usano intenzionalmente come forma di manipolazione. Altri invece la mettono in pratica inconsapevolmente, pensando in realtà di fare del bene. In molte occasioni l’invalidazione emotiva è il risultato di un tentativo di risollevare il morale a chi sta soffrendo. Frasi come “non preoccuparti”, “è ora che lo superi”, “non è così grave”, “stai esagerando”, “non vedo alcun problema”, “sei troppo sensibile”, “prendi tutto troppo sul personale” o “gli dai troppa importanza” hanno delle buone intenzioni, ma sono esempi di invalidazione dei sentimenti che l’altra persona sta provando, e invece di fornire comprensione e sostegno esprimono critica e sminuiscono lo stato d’animo dell’altra persona.

La maggior parte delle persone invalida i sentimenti altrui perché non è in grado di affrontare la situazione. Essere in grado di portare sostegno emotivo implica la capacità di essere empatici e di immedesimarsi nello stato di sofferenza dell’altro senza però subirne l’effetto negativo. Le persone con un deficit nell’elaborazione delle emozioni non sono in grado di essere di supporto in situazioni in cui si manifestano emozioni negative, e al contrario, evitano di essere coinvolti negli stati di sofferenza altrui minimizzando o sminuendo l’accaduto.

In altri casi, l’invalidazione deriva da una personalità egocentrica, narcisista e indifferente ai problemi altrui. In altri casi ancora chi dovrebbe essere di sostegno non è in grado di farlo poiché magari temporaneamente assorbito da una situazione particolarmente difficile e non può in quel momento sostenere altri.

L’invalidazione emotiva può essere molto dannosa se subita durante l’infanzia. È atteggiamento comune sminuire alcune sofferenze dei bambini, che agli occhi di un adulto possono apparire banali o di poca importanza. Di fatto, la sofferenza e le preoccupazioni infantili sono commisurate all’età e all’esperienza del bambino, e non prenderle seriamente in considerazione può creare nel bambino problemi di disregolazione emotiva e problemi di autostima. Il bambino potrebbe smettere di comunicare le proprie emozioni per paura di venire deriso o ignorato. Chi ha vissuto ripetutamente l’invalidazione emotiva in età infantile potrà avere problemi nella gestione delle emozioni in età adulta.

È stato inoltre osservato che quando l’invalidazione inibisce l’espressione di emozioni come la tristezza, spesso porta a un aumento della rabbia e della vergogna. Le persone che hanno già difficoltà a regolare le proprie emozioni tendono a reagire in modo più aggressivo quando non ricevono la convalida emotiva della tristezza.

Per evitare di mettere in pratica, anche solo involontariamente, l’invalidazione emotiva è necessario imparare ad ascoltare con attenzione il nostro interlocutore e, se non siamo dotati di empatia, è meglio preferire il silenzio, pur restando presenti al fianco di chi ha bisogno del nostro sostegno, trattenendoci dal formulare frasi di circostanza che poterebbe avere un effetto contrario alle nostre intenzioni.