Ci sono persone che non arrivano a sviluppare le competenze necessarie per affrontare la vita in modo maturo e responsabile, e vedono e percepiscono il mondo, fatto d’impegni e responsabilità, come molto problematico. Per queste persone la conduzione di una vita “semplificata”, limitando impegni e responsabilità è preferibile, in questo modo riescono ad evitare il più possibile di confrontarsi con realtà impegnative, restando in una dimensione adolescenziale o infantile. Questa è una condizione emotiva nota come nanotenia psichica, più comunemente chiamata: la sindrome di Peter Pan.
La sindrome di Peter Pan è una condizione emotiva che colpisce persone che non vogliono, o non sono in grado di crescere e maturare, persone che restano in una dimensione infantile. L’eterno Peter Pan è un adulto che si comporta come un bambino, senza seguire una progettualità costruttiva, e senza orientarsi verso un futuro adulto e responsabile.
La sindrome di Peter Pan è condizione che colpisce entrambi i sessi, ma compare più spesso tra gli uomini.
Lo schema emotivo che guida le azioni di un Peter Pan sarà sempre quello dell’infanzia, quindi avrà difficoltà ad adattarsi a ruoli tipici dell’età adulta quale quello del partner o del genitore, ed in generale, avrà difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti richiesti nelle varie fasi della vita.
Chi ha sviluppato la sindrome di Peter Pan ha difficoltà ad accettare le regole, rifiuta o è incapace di assumersi responsabilità, o di prendere decisioni importanti, ha paura di impegnarsi in una convivenza, di acquistare una casa, di pianificare il matrimonio o fare dei figli.
Queste persone di solito hanno paura della solitudine, motivo per cui cercano di circondarsi di persone che possano soddisfare i loro bisogni e il loro bisogno di sicurezza e accudimento. Diventano ansiosi quando si sentono valutati dai colleghi di lavoro o dai superiori, poiché sono del tutto intolleranti a qualsiasi critica. A volte possono avere seri problemi di adattamento al lavoro o nelle relazioni personali. Tendono inoltre a circondarsi di persone molto più giovani evitando così il confronto con tratti caratteriali più maturi. A livello relazionale, ogni volta che i rapporti iniziano a richiedere un alto livello d’impegno e responsabilità, hanno paura e prendono le distanze o interrompono il legame.
I Peter Pan hanno inoltre un atteggiamento tendenzialmente manipolatore: manipolano le persone perché hanno paura dei cambiamenti, di essere messi di fronte a delle decisioni, o a delle responsabilità. Danno eccessiva importanza ai beni materiali acquistando beni superflui e spendendo più del necessario, stando poco attenti anche alle proprie finanze. Sono caratterizzati da una scarsa crescita lavorativa e non hanno alcun interesse nel miglioramento della propria vita professionale. In un contesto domestico, evitano di svolgere i lavori di casa preferendo le attività di svago. Sono persone egocentriche abituati a concentrarsi solo su se stessi e sui propri bisogni. Hanno scarsa autostima, presentano tratti narcisistici e sono inclini a sviluppare dipendenze affettive. Tendono a procrastinare, sono maestri della colpevolizzazione altrui e sono intolleranti alle critiche.
La sindrome di Peter Pan non riguarda solo i comportamenti ma anche le emozioni, che sono rimaste ad uno stadio infantile. Chi ha la sindrome di Peter Pan è incapace di esprimere in maniera matura ed adeguata le proprie emozioni ed impegnarsi seriamente in relazioni ed impegni sociali e lavorativi. Spesso le loro scelte dipendono più da impulsi del momento piuttosto che dal prevedere quale effetto avrà una determinata azione.
Per questo motivo, generalmente, chi soffre di questo disturbo ha relazioni superficiali sia con gli amici che con il partner perché sono incapaci di riconoscere le proprie emozioni o preferiscono prendere le distanze da esse.
Chi sviluppa la sindrome di Peter Pan non ha imparato la regolazione emozionale, il coping, e il problem solving.