Non esisti solo tu

Una persona che parla esclusivamente di sé e delle proprie esperienze, e che non fa mai domande, è una persona incapace di stabilire un limite tra se stessa e l’ambiente con cui interagisce. La sua personalità egocentrica, le impedisce di essere empatica e sensibile, e non è in grado di considerare l’idea di non essere il centro dell’interesse altrui. Queste persone fanno ruotare tutte le conversazioni (e attenzioni) attorno a sé, e non si preoccupano del fatto che i loro monologhi possano annoiare o non interessare gli altri.

Questo non significa che una loquacità eccessiva è sempre fastidiosa o sintomo di egocentrismo. Può capitare di manifestare una verbosità irrefrenabile tipica degli stati di eccitamento passeggeri e caratterizzati da umore esuberante e iperattività, magari in seguito ad un lieto evento o una buona notizia che si vuole condividere. Ciò è ben diverso da una monopolizzazione sistematica delle conversazioni tipica delle persone egocentriche.

L’eccessivo bisogno di attenzioni nasce in realtà dall’insicurezza. Accentrando l’attenzione su di se, queste persone si sentono gratificate dall’essere considerate e valorizzate. Chi parla ininterrottamente ha un grande bisogno di essere ascoltato. Parlare con gli altri è un modo per sentirsi importanti, per questo vogliono essere ascoltate, anche quando parlano di cose prive di significato o banali; e per la loro mancanza di empatia non sono in grado di leggere negli altri lo scarso interesse poiché restano sempre centrate esclusivamente sul proprio bisogno di raccontarsi.

Esiste un periodo nella vita dove tutti siamo egocentrici. Si tratta della prima fase dell’infanzia, dalla nascita fino a tre anni. L’egocentrismo è una caratteristica tipica del comportamento infantile, orientato a vedere il mondo con se stessi al centro. Secondo Jean Piaget (1896-1980), psicologo e pedagogista svizzero, tutti i bambini piccoli attraversano una fase egocentrica, poiché incapaci di differenziare il proprio punto di vista da quello altrui. Il bambino utilizza le informazioni a sua disposizione per soddisfare i suoi bisogni, che hanno per lui un valore assoluto, universale e urgente. Sempre secondo Piaget, questa fase viene superata dopo i sette anni. Da questo momento in poi, il bambino è in grado di porsi dal punto di vista altrui.

Se l’egocentrismo si manifesta in un adulto, significa che la sua percezione ha una deviazione. Un adulto deve essere consapevole del fatto che il suo personale punto di vista non è assoluto e che anche gli altri possono avere delle esigenze.

Le cause dell’egocentrismo possono essere nascoste nell’educazione ricevuta. Un bambino che viene accontentato in tutto e che non ha mai provato resistenza, non impara a riconoscere il confine tra la soddisfazione delle proprie necessità e quelle degli altri.

L’egocentrismo rende la vita di una persona orientata a soddisfare bisogni esclusivamente personali. Una persona percepisce tutto solo attraverso la lente della propria personalità. Crede sinceramente che tutto ciò che accade nel mondo sia direttamente collegato a lui.

Quando si parla di una persona egocentrica, si tende a pensare che sia anche narcisista. In realtà, questi due termini sono diversi tra loro. A differenza di ciò che accade nell’egocentrismo, chi è affetto da narcisismo comprende la prospettiva altrui, ma non la considera importante.

L’egocentrismo adulto non è una patologia, naturalmente, tuttavia, vale la pena allontanarsi da personalità che tendono a monopolizzare il nostro tempo e le nostre energie in modo sbilanciato.