Identikit di un manipolatore

Per manipolazione s’intende la capacità di pilotare la volontà e le intenzioni di una persona, verso una decisione, traendone vantaggio, attraverso tattiche ingannevoli, subdole o violente. Tra i sinonimi del termine manipolare si trovano: condizionare, influenzare, maneggiare, manovrare, plagiare.

I manipolatori sono persone molto abili nell’ottenere quello che vogliono dagli altri e spesso fanno perno sui lati più delicati e vulnerabili delle loro vittime utilizzando diverse strategie, tra cui atteggiamenti lusingatori, ricatti o pressioni psicologiche, inganni, e bugie.

Il manipolatore spesso ha caratteristiche della personalità narcisista ma può anche assumere un atteggiamento manipolatorio meno riconoscibile, personificando il ruolo di persona fragile, bisognosa, e entrando nelle vesti di una vittima in cerca di aiuto. In realtà tali atteggiamenti sono ingannevoli poiché il manipolatore è un calcolatore, un individuo che s’interessa solo a se stesso, e si serve degli altri per soddisfare le proprie necessità.

Il manipolatore è estremamente ambivalente, ed è proprio per questa doppia personalità che è difficile riconoscerlo, tende a confondere il suo interlocutore per conquistare la sua attenzione e fiducia per poi approfittare della situazione. Può a volte anche divenire cattivo, e molto disprezzante, mentendo, invalidando e colpevolizzando gli altri. Una sensazione che ha spesso chi è in balia di un manipolatore è il senso di confusione legato al fatto di non saper più distinguere la verità, o cosa è giusto da cosa non lo è.

Nel corso del tempo, il manipolatore tende a rivelare le proprie tecniche tra cui quella della punizione, che compare ogni qual volta la vittima sfugge al suo controllo. Possono verificarsi episodi di ricatto emotivo, silenzio, alternanza di momenti in cui il manipolatore grida, ad altri in cui tormenta la vittima, tiene il broncio o piange. I comportamenti intimidatori, prevaricatori, dominanti e vittimistici del manipolatore inducono la vittima a temere di affrontare il dialogo o ogni tipo di confronto per timore delle reazioni, e degli attacchi di rabbia.

Il manipolatore può essere un partner, un familiare, un amico, o un collega di lavoro.

Per uscire dalla trappola del manipolare è innanzitutto fondamentale imparare a riconoscere le strategie malevole e imparare a mettere dei chiari confini.

Alcune delle tecniche manipolative più diffuse sono le seguenti:

Attenzione selettiva: il manipolatore focalizza la propria attenzione solo sugli argomenti che sono di suo interesse, non mascherando il suo disinteresse per altro.

Colpevolizzazione: il manipolatore attribuisce la colpa delle proprie azioni agli altri. Egli tende a modificare la realtà per far sì che venga ritenuto vero ciò che egli afferma. La vittima viene svalutata e ritenuta irragionevole ogni qualvolta riconosce i comportamenti manipolativi.

Denigrazione: il manipolatore denigra la vittima quando questa inizia a difendersi, l’accusa e cerca di passare per quello che subisce la sua stessa aggressione.

Deviazione ed evasione: il manipolatore evita di rispondere a domande quando non vuole esporsi, dirottando la conversazione su altro. Similmente, fornisce risposte evasive, irrilevanti e non pertinenti agli argomenti affrontati.

Intimidazione implicita: il manipolatore spinge la vittima verso la difensiva servendosi di minacce.

Menzogna e omissione: i manipolatori tendono a mentire molto frequentemente e a distorcere la realtà, e appaiono credibili quando parlano per cui è difficile smascherarli. Tendono inoltre a non dire parte della verità, modificando in questo modo il significato dei contenuti.

Minimizzazione e negazione: il manipolatore tende a ridurre il peso delle conseguenze delle proprie azioni, affermando che esse non sono così dannose come si vuole credere. Inoltre,

egli non ammette mai di avere fatto qualcosa di sbagliato.

Sarcasmo: il manipolatore usa il sarcasmo per screditare la vittima. Questa strategia si manifesta sotto forma di comportamenti come sguardi critici, tono di voce alterato, critiche ripetute e retoriche.

Rabbia esibita: il manipolatore esibisce finta rabbia per spaventare la vittima e spingerla a sottomettersi.

Razionalizzazione: il manipolatore giustifica le sue posizioni argomentandole in modo razionale, ricorrendo ad una interpretazione personale della realtà.

Seduzione: il manipolatore usa il fascino, le lodi, adula o sostiene apertamente le persone al fine di far abbassare le loro difese, guadagnando la loro fiducia per poi abusarne.

Senso di colpa: il manipolatore induce le sue vittime al senso di colpa.

Sentirsi vittima: il manipolatore fa la vittima al fine di evocare pietà e compassione.

Simulare di essere innocente: il manipolatore fa finta di nulla e afferma con profonda credibilità che ogni sua azione dannosa non è intenzionale, sentendosi addirittura indignato e sorpreso delle accuse a lui rivolte.

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